Una gemma della zona 4: via Compagnoni

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Pur non essendo percorsa da alcun mezzo pubblico, ritengo che la via Compagnoni sia piuttosto nota in zona, in quanto congiunge l'asse di corso Ventidue Marzo con quello di corso Plebisciti, con una larga strada a senso unico molto scorrevole.
Se però non l'aveste mai percorsa, vi invito a farlo a piedi, magari una domenica, per godervi meglio lo spettacolo (con un numero minore di automobili parcheggiate).
Si può infatti dire che ogni palazzo di questa via (mediamente risalente ai primi decenni del ventesimo secolo, e spesso dotato di giardino pensile) contenga almeno un elemento di richiamo, per cui in questo articolo, in cui mi accingo ad esplorarla, segnalerò solamente gli edifici che ritengo più degni di nota, dando per assunto che anche gli altri possono essere ritenuti di interesse.

Iniziamo la nostra passeggiata da piazza Grandi, di cui ho più volte trattato, ed incamminiamoci in via Compagnoni seguendo i numeri civici in senso crescente.
Subito a sinistra troviamo il civico 1, un notevole palazzo ricco di stemmi e fregi affrescati ai piani alti, con un elegante loggiato nel corpo di fabbrica più basso; poco dopo, sulla destra si apre la splendida via Giuriati, ricca di palazzi artistici di notevole valore (il civico 5 è opera dell'architetto Giovanni Muzio, risalente al 1932) preceduti da gradevoli giardini. Di fronte si trova il civico 7, con bifore e fregi pittorici, oltre a pregevoli balconcini di varia fattura; nell'androne, affrescato alle pareti, si trova un soffitto a cassettoni in legno. Sempre sulla sinistra, dopo il civico 9, con timpani alle finestre e ai balconi, il palazzo all'angolo successivo mostra al centro della facciata un elegante bow-window, mentre il civico 8, oltre a numerosi fregi sulla facciata, ha all'ultimo piano una serie di teste di pietra a soggetti alterni.
Siamo così giunti all'angolo con via Marcona, che prende il nome da un'omonima cascina ormai scomparsa; proseguendo, il palazzo sulla destra ha un grazioso fregio su tutti i balconi, mentre quello sulla sinistra ha una cornice di fregi in pietra al primo piano; a seguire, sulla sinistra, una magnifica successione di villette a due piani dai colori tendenti al giallo in varie sfumature: comune a tutte è il fregio che orna le finestre e i balconi del primo piano.

A questo punto sulla sinistra si apre un altro angolo idilliaco: la via De Albertis, un susseguirsi di basse ed eleganti palazzine, con alcuni piccoli ma gradevoli giardini. Di fronte, sulla via Compagnoni, si trova il civico 20, edifico littorio, che ha alcuni elementi di pregio, tra cui la lunga balconata al primo piano; a seguire, due palazzi ornati da timpani.
Sulla sinistra, invece, il civico 29 ha i balconi del primo piano ornati di stemmi, ed altri fregi distribuiti sulla facciata; segue il civico 31 caratterizzato dai molti balconi e da altri fregi e timpani.
Abbiamo così raggiunto l'incrocio con via Archimede, superato il quale i palazzi si susseguono omogenei su entrambi i lati a quattro piani (trascurando i numerosi e non sempre ben riusciti sopralzi); tra di essi, sulla destra, il civico 24 ha balconi con eleganti fregi; il civico 26 ha colonne e lesene sulla facciata, con fregi a forma di cornucopia e timpani alle finestre; il civico 30 e il civico 32 hanno balconi sormontati da archi e il civico 34 li ha sormontati da timpani.
Sulla sinistra, dopo il civico 33 con timpani, il civico 35 ha un ingresso che ricorda un mausoleo, e i restanti civici costituiscono in realtà un unico edificio, con eleganti balconi e fregi alle finestre, che ci conduce fino all'incrocio con via Melloni.

Ed è qui, nel tratto finale della via, che facciamo una bellissima scoperta (o riscoperta): entrambi i lati della via sono costeggiati da gruppi di villette ad un piano, preceduti da piccoli ma curati giardini. Si tratta delle ex case dei ferrovieri, come gentilmente mi comunica una delle persone ivi residenti, che si estendono anche alle vie parallele, di cui dirò tra poco.
Vi consiglio vivamente di passare in rassegna le villette sulla sinistra e quelle sulla destra con attenzione: troverete alcuni particolari "bucolici" che renderanno la vostra passeggiata ancora più interessante. Ad esempio notate come, all'interno delle somiglianze tra i vari edifici (nel complesso, parliamo di ventitrè civici con ingressi per lo più separati), le greche che ornano le facciate siano spesso diversificate, come pure i colori di fondo, e come solo poche abbiano una facciata disadorna; oppure trovate quella con le vetrate policrome alle finestre; ed ancora, quella con un pergolato d'uva; oppure ammirate l'arco verde che sormonta il cancello d'ingresso di un'altra, o la scultura moderna in bronzo nel giardino di un'altra ancora; oppure notate quelle con i glicini; e così via, non voglio togliervi il gusto della sorpresa.
Per concludere, se avete ancora voglia di vedere altre villette, potete percorrere le parallele vie Turroni (lato sinistro con numerose palme nei giardini) e Pasini (entrambi i lati con numerosi alberi di oleandro); tutto questo vi avrà condotto in una parte di Milano fuori dagli schemi e dai luoghi comuni, e che fa parte della nostra bella zona.